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VALCIECA - CASTELMONTE - MONTELUCO (ANELLO DA S. PIETRO DI SPOLETO) | |||||
Data: 15/09/2016 | Categoria: Escursionismo, Seniores | ||||
Organizzatori | MANFREDINI UGO | ||||
RICCI VINCENZO | |||||
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Descrizione: Si parte dalla chiesa di S. Pietro e per un tratto asfaltato si giunge al Ponte delle Torri. Si prende la via dei condotti a picco sul Tessino e si giunge al sentiero della Valcieca. Si sale gradualmente in ambiente boscosoper tutta la valle fino ad arrivare alla Forcella di Castelmonte. Si sale poi al Castelmonte per una piccola ma ripida salitina e da lì il panorama sulla Valnerina è veramente bello. si riscende alla Forcella e si segue un sentiero che porta alla Forca delle Porelle dove si incrocia la strada che porta a Patrico. Si scende alle Porelle e poi per il bosco a Monteluco dove visiteremo il Bosco Sacro e l'Eremo. Poi si scenderà per il sentiero degli eremi fino al Ponte delle torri e di nuovo a S. Pietro. |
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Modalità e mezzi: | Mezzi propri: Perugia - Collestrada - Spoleto - Chiesa di S. Pietro (68 Km). | ||||
Appuntamento | Alle ore 7,30 da Pian di Massiano (lato di Viale Perari), oppure alle ore 7,45 dal Bar di Collestrada. |
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Approfondimenti: Situata ai limiti meridionali della Valle Umbra, Spoleto è "famosa per il monte, il ponte, il fonte". Così recita un vecchio adagio(in verità alquanto riduttivo) riferendosi alla Fontana del Mascherone, al suggestivo Ponte delle Torri e a Monteluco, il sacro monte che a pochi minuti dal centro storico permette di immergersi nella natura tra ampi panorami e i silenzi dei vasti boschi (soprattutto di leccio con esemplari anche ultracentenari). Ritenuto sede della divinità (lucus = bosco sacro) il Monteluco fu per secoli inviolato e protetto. Una legge spoletina del terzo sec. a.c. ammoniva "questo bosco sacro nessuno violi". E certamente fu eispettata dai tanti eremiti e anacoreti che, a iniziare da Isacco da Antiochia nel vi secolo, qui vissero isolati in celle o in grotte disseminate per gli anfratti boscosi, nell'obbedienza ad un solo abate residente nell'abbazia di san Giuliano. Qui si fermarono a pregare San Francesco (che vi fondò un romitorio), il beato Trinci, Sant'Antonio da Padova, San Bernardino da Siena,...L'effetto sacrale del bosco incontaminato faceva scrivere al grande Michelangelo "ho avuto a questi di gran piacere nelle montegne di Spoleto a visitare quei romiti, in modo che io son tornato a Roma meno che mezzo, perchè non si trova pace se nomn nei boschi". Ancora oggi, seppur ville private abbiano sostituito parecchi eremi, una vasta parte della lecceta costituisce ancora una vera e propria foresta non molto diversa da quella che conobbero i primi uomini che colonizzarono questi luoghi.
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Allegati:
2016-09-15 Valcieca.pdf |
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