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Monte Gioco del Pallone
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Data: 13/11/2022-
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Categoria:
Escursionismo, Escursionismo
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Organizzatori
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RICCI VINCENZO
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RAGNI MARCELLO
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Descrizione: Ad est dei monti di Gualdo Tadino, e divisi da questi dalla stretta valle di Campodonico, si trovano i monti di una breve catena (dalla valle del Potenza a quella del Giano), inquadrate sempre nell’Appennino Umbro-Marchigiano, le cui vette superano quasi tutte i 1100 metri, dal monte Cafaggio ai monti Puro e Rogedano. In mezzo è il massiccio di monte Gioco del Pallone (m 1227), il cui strano nome si capisce soltanto quando si arriva in cima...
Arrivati in auto a Campodonico, si devia verso l’Abbazia di San Biagio in Caprile e, superata questa, si parcheggia nei pressi di una fonte (m 585), alla confluenza del fosso di Trofigno con quello delle Rotelle. L’escursione, in direzione est, risale la stretta valle del fosso delle Rotelle, inizialmente per sentiero abbastanza agevole fino a quota 820, per poi superare, in poco spazio e con qualche breve tratto di roccette, ulteriori 100 m di dislivello; siamo vicini alla sorgente del fosso in un ambiente impervio, ma bello e boscoso. Superata la fonte, il sentiero torna agevole e in direzione sud raggiunge la Baita Pino (o casale Val di Mazza - m 986). Qui cominciano ad intravedersi i prati sommitali che risaliremo (non sempre su sentiero obbligato) in direzione nord, fino alla vetta del monte Gioco del Pallone (m 1227), dove sarà d’obbligo una sosta per contemplare il grande stadio... e il grande panorama non solo sui vicini monti di Gualdo e gruppo del Gemmo, ma anche sul Cucco , sul Catria e sulla Strega verso nord, sugli ultimi Sibillini verso sud e ad est su tutta la catena dell'Appennino Marchigiano, dai Prati di Gagliole al Murano, con il San Vicino svettante ed il mare oltre la Gola della Rossa. Aggirando lo “stadio”, raggiungeremo Cima Antensa (m 1228) e quindi si comincerà a scendere inizialmente e a lungo su prati e poi nel bosco. Raggiungeremo quindi la sella denominata Trofigno (m 850), punto di incontro di valli e sentieri. Ora, in direzione sud ovest prima e sud poi, seguendo il corso del torrente che nasce dalla fonte di Trofigno, si torna al punto di partenza.
Riprese le auto non sarà male, dopo 450 m, fermarci a guardare dall'esterno l’imponente struttura dell’abbazia di San Biagio in Caprile, che, con qualche problema di troppo, sta compiendo quasi il suo millesimo compleanno.
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Lunghezza Percorso: 14 km circa
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Dislivello: 715 m circa
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Durata stimata: 5 ore più le soste
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Difficoltà: E
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Indicazioni: Sono obbligatori scarponcini ben scolpiti da montagna e sono consigliati i bastoncini. Nello zaino non manchino giacca antivento e abiti impermeabili contro l'eventuale pioggia. All'inizio dell'escursione si può fare provvista di acqua.
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Modalità e mezzi:
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Auto proprie
Percorso auto : Perugia - SS 318 per Ancona - uscita Cancelli - Cancelli - Campodonico - girare a sinistra per Hotel Pineta - S. Biagio in Caprile (Km. 67)
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Appuntamento
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Borgonovo ore 7.30
Bella Napoli Ponte S.Giovanni ore 7,45 |
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Iscrizione/Prenotazione: Tramite il sito.
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Approfondimenti: L’abbazia di S. Biagio in Caprile fu fondata intorno al 1030 dai Conti di Nocera e di Gualdo che in quel periodo governavano la valle di Salmaregia. Nel 1060, per mancanza di religiosi, passò sotto le dipendenze di S. Maria d’Appennino che provvide ad inviarvi una piccola comunità di propri religiosi. Il termine “caprile” gli fu dato per l’esistenza nei paraggi di stalle di capre. Già nel 1109, grazie a donazioni di nobili nocerini, possedeva diverse proprietà nelle località vicine. Nel ‘300 allargò i suoi possedimenti al vicinissimo Campodonico (con Sasso e Colle), a Salmaregia, Campottone, Trofigno, e altri centri, esercitando così la sua giurisdizione su numerosi vassalli e chiese. Il cenobio fu sempre protetto da diverse importanti nobili famiglie di Nocera, Fabriano, Foligno ed ebbe monaci d’alto rango e cultura. Ma nel XIV secolo, in seguito a liti per diritti al pascolo con castelli circostanti, iniziò la decadenza. A metà del XV secolo un incendio completò l’opera. Ma un paio di secoli più tardi ritornò abbazia per essere poi venduta a privati all’inizio del XIX secolo.
La chiesa (in stile romanico a pianta rettangolare) un tempo era ornata da famosi affreschi dell’anonimo maestro di S. Biagio in Caprile o di Campodonico, caposcuola della pittura fabrianese della prima metà del XIV secolo (il maestro ricalca gli schemi della pittura del secolo precedente, ovvero quelli della scuola Giottesca, Senese e Riminese; ecco quindi la dimostrazione della conoscenza di quanto avveniva in Italia centrale ad opera dei vari Giotto, Simone Martini, i Lorenzetti, Guido da Rimini)
Gli affreschi, oggi conservati nella Galleria Nazionale di Urbino, rappresentavano la Crocifissione, l’Annunciazione, Cristo alla colonna e SS. Pietro e Paolo. Gli esperti ci dicono che “in tali affreschi si evidenziano un’originale posizione prospettica dell’immagine, l’uso di una nuova tavolozza cromatica, con la rappresentazione di figure celesti e terrene in adorazione e con volti ed atteggiamenti tragici quasi a volere ricordare la dura esistenza terrena dell’uomo per guadagnarsi il paradiso”.
(Note redatte in altra occasione da Daniele Crotti)
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Allegati:
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Quota di partecipazione:
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Contatta gli organizzatori: Vincenzo Ricci 3336372943
Marcello Ragni 3356794803
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