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La via dei pastori | |||||
Data: 04/08/2019 | Categoria: Escursionismo, Escursionismo | ||||
Organizzatori | RAGNI MARCELLO | ||||
MENGHINI ALESSANDRO | |||||
RICCI VINCENZO | |||||
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Descrizione: Le iscrizioni sono chiuse In collaborazione con CUS Perugia e con Pro Loco di Castelluccio di Norcia. Parcheggiate le auto presso il punto di ristoro (Centro Deltaplano), si scende a valle verso la fonte delle Monache e si risale a Casale Ghezzi. Scenderemo poi alla fonte San Lorenzo (in questa discesa possono essere molto utili i bastoncini) e, attraverso la Portella di Vao, usciremo al Pian Perduto. Risaliremo quindi la Val di Canatra fino alla sua copiosa fonte e, per comodo stradoncino, arriveremo alla piazzetta di Castelluccio. Aggirando il borgo sulla sinistra, scenderemo al punto di ristoro. Resta pressappoco invariata la lunghezza dell'escursione (10 km circa), ma diminuisce il dislivello (300 m circa). Questa via verso Casale Ghezzi, con la sua continuazione della Via Imperiale, era un'antica via di transumanza. |
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Modalità e mezzi: | mezzi propri (itinerario consigliato: Superstrada per Foligno e poi superstrada per Macerata. Uscita Colfiorito. Quindi Pieve Torina, Visso, Castel Sant'Angelo sul Nera, Gualdo, Castelluccio (km 111) | ||||
Appuntamento | Ore 7:00 da Borgonovo e ore 7:15 da Collestrada (trovarsi nei luoghi di partenza qualche minuto prima, anche per raggrupparci nelle auto). |
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Iscrizione/Prenotazione: Per partecipare all'assaggio dei propdotti tipici della pastorizia è tassativamente necessaria la prenotazione entro domenica 28 Luglio 2019, tramite il tasto "iscriviti" in fondo alla locandina. |
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Approfondimenti: La Via dei Pastori Quello della pastorizia è un mestiere antichissimo, risalente almeno a più di 6000 anni fa, che ha inciso notevolmente sullo sviluppo delle antiche civiltà. Basti pensare all’apporto di carne, di latte e suoi derivati, nonché alla produzione di lana. Il fatto che lo si pratichi ancora dimostra la sua importanza. Una volta all’anno la nostra Sezione dedica una giornata all’attività del pastore, uomo per forza di cose di vita solitaria, costretto a vagare di giorno in giorno davanti al suo gregge da un monte all’altro, anch’egli a suo modo “conquistatore” in solitaria di montagne, delle quali ha finito per conoscere ogni più recondito segreto o, per meglio dire, tutti i pregi e tutti i difetti. In fin dei conti, un feeling sottile lega il pastore e l’appassionato “caino”: ambedue godono dell’aria, della luce, del sole, della pioggia, del vento, del caldo e del freddo, ma anche degli spazi dilatati, dei silenzi sublimi, dei “quadri d’Autore” che le terre alte offrono a iosa a chi le pratica con un senso di venerazione e di rispetto. Ma anche delle paure – pensate al terrore al solo sentir pronunciare la parola “lupo”– e, come già detto, della solitudine. Forse il pastore più dell’alpinista, perché ha più tempo di pensare e meditare, di imparare dagli animali che custodisce, di lanciare a briglia sciolta lo spirito d’osservazione, allenato a cogliere la benché minima variazione in uno scenario come quello del pascolo, che può sembrare piatto e sbiadito ma di certo tale non è. È propria del pastore la capacità di discernere il mutamento della vegetazione per l’apparire o lo scomparire di questa o quella specie, l’intuizione di pascolare più in alto o più in basso a secondo delle condizioni ambientali, di stabilire i tempi di pascolamento, cose ovvie in apparenza, ma non così scontate. Per non parlare del suo fantasticare su libri di grande respiro (Divina Commedia, Orlando Furioso, ecc.), di voler conoscere e partecipare a quel duello letterario che ha alimentato storie, leggende, racconti, fiabe, in cui il pastore è spesso visto come “cavaliere” senza macchia e senza paura (La storia di Castelluccio, La Battaglia del Pian Perduto, ecc.). La “Via dei Pastori” che proponiamo è un invito a ripercorrere gli antichi “tratturi”, ma anche un’occasione, unica, per rivivere, insieme agli amici pastori di Castelluccio, il loro mondo tradizionale, alcune delle loro usanze, in particolare quelle culinarie: basti dire che nella loro zona la carne ovina ha sempre avuto un posto di primo piano, in particolare la tradizionale pecora alla callara (o alla cottora), che oggi continuano a fare solo per gli amici. (AM) |
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Allegati:
2019-08-04 Via dei Pastori.pdf Via dei Pastori 2019.pdf |
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