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Monte Canfaito. Anello da Chigiano (con il CAI di San Severino Marche)
Data: 26/03/2017- Categoria: Escursionismo, Escursionismo
Organizzatori RAGNI MARCELLO
ZAPPELLI MARIA RITA
Descrizione:

L'esursione inizia nei pressi di Chigiano (m 550, nel comune di San Severino Marche) e per comodo sentiero (n. 209) sale al Monte Canfaito (m 1110), altopiano rivestito da una monumentale e suggestiva faggeta. Avvicinandosi alle falde del Monte San Vicino, si scenderà quindi la valle del Fosso di Campocavallo, passando per i pochi resti della potente abbazia di S. Maria in Valfucina, dominata da uno sperone del Monte Pereta, a cui si aggrappa il castello di Elcito. Aggirando poi per sentieri boschivi il monte Puro, si torna al punto di partenza.

Lunghezza Percorso: 17 km circa Dislivello: 650 m circa Durata stimata: 6 ore circa
Difficoltà: E Indicazioni: Si raccomanda vestiario adatto alla stagione e buoni scarponcini. Il percorso non presenta particolari difficoltà, ma la lunghezza lo rende un po' faticoso. Si raccomanda un ricambio di vestiario da tenere in auto.
Modalità  e mezzi: Mezzi propri. Percorso auto: Perugia - Collestrada - Foligno - superstrada per Macerata - uscita Tolentino Ovest - San Severinio Marche - direzione Apiro - Chigiano (km 121). Presso San Severino Marche avremo appuntamento con gli organizzatori del CAI di San Severino.
Appuntamento

Ore 7 da Borgonovo (puntuale!). Oppure ore 7,10 da Collestrada.

ATTENZIONE ALL'ORA LEGALE !!!!!!!!!

Iscrizione/Prenotazione:

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Approfondimenti:

Terra et silva! Ecco il binomio in cui si compendiava il carattere di fondo del paesaggio e della economia altomedioevale nelle Marche, in cui il bosco era grande come il mare, le città e i castelli con l’esigua fascia dei coltivi e dei pascoli ne erano circondati come isole e tra l’uno e l’altro c’era il vuoto della foresta. Delle 36 città romane ne sopravvivevano assai ridimensionate soltanto 17 e la storia si era ridotta a storie di vallate, da quelle più grandi (Metauro, Esino, Chienti, Potenza, Tronto) percorse da importanti strade romane ormai in disuso, a quelle più piccole e più isolate, dei fiumi brevi e dei torrenti.

E in tutte le valli intorno al 1000 le abbazie (se ne contarono oltre 90) cominciarono a riorganizzare la vita e l’agricoltura tra boschi e paludi e la gente che vi lavorava trovava riparo e conforto nei borghi fortificati o a ridosso dei castelli costruiti sulle alture, perché la vita in pianura era malsana per l’impaludamento dei fiumi e per scarse difese verso eserciti e bande armate.

Dagli alti sentieri della Riserva Naturale Regionale Monte San Vicino e Monte Canfaito è ancora possibile leggere le storie e indovinare il paesaggio di questo passato. In particolare Canfaito (da Campum faitum) vuol dire campo di faggi, nome esplicativo e altopiano magico, dove in estate alcuni viali campestri sono bui per la fitta e spessa volta vegetale di faggi possenti e ultracentenari. Qui è anche il faggio più vetusto (oltre 500 anni) delle Marche, inserito fra i 300 alberi monumentali d’Italia. Questa faggeta è stata per secoli proprietà dei monaci dell’Abbazia di Santa Maria in Valfucina, che si trovava poco giù a valle e di cui resta la chiesa ricostruita dopo il terremoto del 1799 e la cripta originale. Su uno sperone di roccia sopra la valle dominano ancora le mura di Elcito, che proteggevano l’Abbadia ed i suoi lavoranti.

Allegati:
Contatta gli organizzatori:

Marcello Ragni 335 679 4803

Maria Rita Zappelli 347 155 8337

Dino Marinelli (CAI San Severinio Marche) 339 856 5699