 |
SANT’EGIDIO E IL TERRITORIO ARNATE
|
|
Data: 29/12/2024-
|
Categoria:
Escursionismo, Amici di Manlio
|
|
Organizzatori
|
CROTTI DANIELE
|
BELLEZZA LUIGI
|
RAGNI MARCELLO
|
|
|
|
|
|
Descrizione: Ecco qua:
partiremo dall’area verde di S. Egidio (ivi il parcheggio è ampio seppur frammentato), a quota 250 circa slm. Saliremo al borgo-castello (260 m) che aggireremo e poi attraverseremo, per ammirarlo e conoscerlo, e quindi ne usciremo dalla porta posta a sud e ci dirigeremo lungo la strada principale asfaltata (per 200 metri) sino alla “passata” della Madonna della Villa. Qua spenderemo una quindicina di minuti almanco per la sua descrizione. Una volta usciti proseguiremo sempre in direzione sud-ovest/ovest e scenderemo, superato C.se Palombaro, al Pod.e dell’Ospedale (137 m). Ivi ci immettiamo in una carrareccia che, in direzione nord, ci permetterà dapprima di guadagnare Pod.e Casella e quindi la frazioncina di Lidarno (202 m). Una breve sosta dinanzi alla chiesa e quindi via, in continua lieve salita, in direzione ovest, sino al Pod.e Carbonessa (237 m), per poi scendere all’altezza del F.so del Richiavo. Ora risaliremo, in direzione nord e poi nord-est, sino a la strada che unisce S. Egidio a Civitella d’Arna, all’altezza dello storico Palazzo Ginestrella (286 m). Un’ottantina di metri lungo questa strada principale (verso sud) e poi, all’altezza della “Casina rossa”, piegheremo a sinistra, in direzione nord-est, per Pod.i Ginestrella e subito poi girare a destra e scendere verso sud-est/est sino al Pod.e S. Domenico (222 m). Da qui percorreremo un paio di km scarsi su strada bitumata (ma ben poco trafficata) in direzione sud; supereremo C.se Maestà, Pod.e Muleto, C. Lollini (220 m) per continuare diritti sempre in direzione sud, ma ora su carrareccia. All’altezza di un laghetto artificiale posto a 210 m circa, piegheremo a destra e saliremo in direzione nord-ovest sino al punto di partenza, fiancheggiando i Pod.i Pozzolo alla nostra sinistra.
|
|
Lunghezza Percorso: 9 km all'incirca o poco più
|
Dislivello: Poco meno di 200 metri
|
Durata stimata: 3 ore più le soste:
p. ore 9.00 - a. ore 12.45 circa
|
|
Difficoltà: E
|
Indicazioni: Vestirsi adeguatamente in base alle proprio esigenze e alle condizioni meteo del momento.
L'escursione si svolgerà come le ormai note e usuali iniziative analoghe (Amici di Manlio, per intenderci).
|
|
|
Modalità e mezzi:
|
Mezzi propri.
|
Appuntamento
|
Ore 7.45 a Pian di Massiano (c/o Palazzetto dello Sport) il ritrova, ore 8.00 la partenza tassativa.
Ore 8.30 all'area verde di S. Egidio (dove si tiene la Sagra della torta al testo), per la precisione dinanzi alla sede ARCI (ove vi sono svariati tavolini con bar questa mattina aperto), in fondo a Via della Mongolfiera.
Si raccomanda: la massima puntualità. Grazie! |
|
Iscrizione/Prenotazione: I non soci CAI che desiderano partecipare, devono comunicare la loro partecipazione fornendo NOME, COGNOME e DATA DI NASCITA (obbligatori!) entro il venerdì 27 dicembre, passando in Sede (apertura il martedì e venerdì in Via della Gabbia ore 18.30 - 20.30) o tramite una email a questo indirizzo: amicocai@yahoo.it. Alla partenza saranno richiesti 5,00 Euro (per assicurazione e spese organizzative).
|
Approfondimenti: Contattare telefonicamente gli organizzatori (vedi sopra).
La Madonna della Villa
La Madonna della Villa a Sant’Egidio (PG): una decorazione murale straordinariamente vasta traduce la devozione dei perugini nei secoli XIV e XV
La chiesa di sabnta Maria della Villa viene eretta per libera iniziativa popolare tra la fine del XIV secolo e l’inizio del XV, a protezione di un’edicola viaria, posta sulla strada che collega fra loro Perugia e Assisi: la piccola struttura suburbana, contenente un’immagine mariana ritenuta miracolosa, costituiva al tempo un punto importante di aggregazione per le comunità del contado, nonché sosta intermedia per i flussi peregrinatori diretti verso i santuari di Assisi e Loreto (una “passata”). Il linguaggio della devozione popolare viene tradotto nel vasto apparato decorativo interno del santuario mariano che ingloberà l’immagine miracolosa nella parete settentrionale: più di 50 dipinti votivi, per oltre 230 mq, cuciti l’uno sull’altro, testimoniano il progressivo riempimento delle superfici parietali con pitture dai soggetti iconografici ricorrenti, in particolare il tema mariano, variati in infinite declinazioni.
La piccola chiesa, sita sulla strada pubblica in un territorio appartenente al Monastero Cistercense di S. Giuliana di Perugia, fu a lungo contesa tra il Comune perugino e il ora citato Monastero (che ne divenne proprietario unico a partire dal 1475, grazie a una bolla papale).
Tutte le fonti consultabili confermano come la struttura architettonica originaria sia rimasta sostanzialmente invariata.
Il nucleo originario della Madonna della Villa risulta essere una Maestà, posta presso un crocicchio, d’origine verosimilmente apotropaica. Quella che era probabilmente un’edicola viaria si trasforma in oratorio, forse per iniziale volontà popolare, e la presenza dell’edicola viaria originaria (poi inglobata nell’attuale edificio) appare chiara dall’esame del lato settentrionale esterno.
Senza entrare nei dettagli minuti osservabili in loco, la particolarità che subito emerge è la struttura a doppio ingresso con due porte sull’asse est-ovest: ecco quindi che trattavasi di un oratorio “processionale” (una “passata”, appunto). Queste due porte permettevano al flusso dei devoti di passare davanti all’immagine della vergine numerose volte, secondo una pia pratica accompagnata dalla preghiera che permetteva di lucrare indulgenze e grazie particolari. E la moltitudine di pellegrini è attestata sin dalla fondazione dell’oratorio, così come numerose risultavano le grazie ricevute ed altrettanto cospicue offerte lasciate per ringraziamento, tanto che si rese necessario la costruzione di un “ospedale” che potesse prendersi cura anche dei bisognosi.
Nell’unica navata si trova un solo altare, posto sotto l’immagine miracolosa e separato dal resto dello spazio da una struttura a baldacchino (XVIII-XIV sec), a pianta rettangolare realizzato in muratura, con cancello in ferro battuto. Tale cancello permetterebbe l’accesso all’interno dello spazio consacrato ove la struttura superiore è adornata da una decorazione in gesso e legno raffigurante i 4 evangelisti (manca però Luca) e 4 profeti del Vecchio testamento (Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele).
L’effigie miracolosa (XIV sec come detto) si presenta come un dipinto murale il cui modello originario è quello di una Madonna in trono col Bambino: tra la Madonna e il piccolo Gesù, in piedi sulle ginocchia materne vestito con lunga tunichetta, è immediatamente riconoscibile un particolare atteggiamento d’aggetto: il Bambino stringe l mani della madre che a sua volta lo abbraccia e le accarezza il volto. [Omettiamo altri dettagli pittorici che lasciamo all’attento osservatore].
I dipinti interni si pongono orientativamente su tre registri e seguono un andamento cronologico che va generalmente dal basso verso l’alto; i riquadri, di fatto, a carattere votivo, si susseguono in una sorta di riempimento progressivo delle pareti. L’affollamento e la ripetizione di soggetti e iconografie testimoniano che i committenti, laici o religiosi, non si preoccuparono dell’originalità della realizzazione artistica, ma intesero fissare sull’intonaco la venerazione alla Madonna, la cui virtù ausiliatrice si manifestava con forza particolare in un oratorio contenente un’effigie miracolosa. Il carattere di questo piccolo santuario mariano sembra comunque essere di tipo multi-terapeutico, se si considera che i santi più rappresentati sono quelli legati alla realtà economica rurale il cui potere taumaturgico veniva riconosciuto sul controllo delle acque, sui prodotti della terra e di tutto ciò che era connesso al tema della nascita e del parto o alle realtà più propriamente femminili come la maternità e l’allattamento e i lavori di tessitura, oltre a quelle relative al fenomeno del pellegrinaggio.
Il carattere devozionale dei dipinti trova infatti origine nella motivazione apotropaica delle rappresentazioni: S. Sebastiano in relazione alla epidemia di peste nel territorio perigino nel 1475; s. Giacomo, patrono dei pellegrini: S. Cristoforo protettore di chi intendeva attraversare fiumi e corsi d’acqua, S. Antonio abate, protettore degli animali; S. Caterina d’Alessandria, patrona delle tessitrici. Tutti questi sono più volte rappresentati proprio perché è terra di economia contadina. Le numerose immagini della Madonna del latte si riferiscono invece alla richiesta di grazie per la gravidanza e la maternità.
Nonostante la difficoltà attributiva e la dilatazione nel tempo delle collocazioni cronologiche dei riquadri votivi (e c’è un perché!), alcuni esecutori si distinguono fra gli altri: uno fra tutti, il Maestro di Sant’Egidio, un tardo epigono della cultura giottesca attivo nella seconda campagna decorativa dell’edificio (tra fine Trecento e primi decenni del Quattrocento) insieme alla sua bottega, propone una pittura dalle forme solide e dalla caratterizzazione psicologica dei personaggi, coniugando momenti di estrema delicatezza, a vivaci spunti coloristici…
[da “La Madonna della Villa”, di Chiara Cavanna, in O. Fillanti: “Sant’Egidio – Vivere il borgo”, Morlacchi Editore]
|
Allegati:
AdM24-25.pdf
|
|
Quota di partecipazione: I non soci CAI che desiderano partecipare, devono comunicare la loro partecipazione fornendo NOME, COGNOME e DATA DI NASCITA (obbligatori!) entro il venerdì 27 dicembre, passando in Sede (apertura il martedì e venerdì in Via della gabbia ore 18.30 - 20.30 o tramite una email a questo indirizzo: amicocai@yahoo.it. Alla partenza saranno richiesti 5,00 Euro (per assicurazione e spese organizzative).
|
Contatta gli organizzatori: Daniele Crotti: 329 7336375
|
|